I pericoli legati alla perdita di un dominio

Andrea Dainese
24 Febbraio 2021
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L’uscita della Gran Bretagna dall’Europa mi offre l’occasione per una riflessione aperta sulla dipendenza da “entità” digitali (in senso lato) delle quali non abbiamo la proprietà, ma la diamo per scontata. Esempi possono essere: indirizzi IP, domini, account di servizi (Amazon, eBay…). Le riflessioni che seguono aprono alcuni interrogativi su come dovremmo valutare il rischio associato a tali “entità”. Domande per le quali non esistono, ad oggi, risposte.

Beni immateriali in comodato d’uso

Le aziende si trovano collegate a un grande numero di entità critiche legate al business: se dovrebbe apparire ovvio che un account eBay non è di proprietà dell’utente che lo registra, appare meno ovvio che la proprietà di domini e indirizzi IP non può essere acquistata.

Questa considerazione dovrebbe, oggi più che mai, aprire delle riflessioni su come gestire eventuali perdite. Noto invece che praticamente nessuno si pone il problema in anticipo, salvo in quelle poche aziende che hanno dovuto, loro malgrado, scontrarsi con il problema.

Perdita di un dominio

La vicenda della BrExit ha avuto una interessante conseguenza: i domini .eu assegnati ad aziende britanniche devono essere restituiti. L’accordo tra Europa e UK non ha considerato tale aspetto, e molte aziende si vedono ora costrette a rivedere il loro posizionamento su Internet. Ma il discorso si fa più profondo quando riflettiamo su quali sono le minacce legate alla perdita di un domionio.

Chi dovesse riuscire ad ottenere un dominio di altra azienda, ottiene di fatto parte della sua reputazione che è basata sui contenuti che quel sito Internet offre. Tuttavia chi entra in possessio di un dominio, entra in possesso anche di tutte le email associate, sia in uscita (mi posso presentare come l’ex proprietario), sia in entrata (posso ricevere tutte le email destinate all’ex proprietario). Tra le email a cui potrei accedere, sono incluse quelle effettuate per recuperare la password: potrei quindi entrare in possessio degli account legati al precedente proprietario.

Chiusura o sospensione unilaterale di un account

Un altro bene di cui spesso ci consideriamo proprietari è l’account presso fornitori terzi. Conosco personalmente diverse aziende che in questo periodo hanno scelto di sviluppare in modo consistente il mercato di vendita al dettaglio online, tramite i noti canali. Alcune di queste aziende si sono viste, dall’oggi al domani, sospendere l’account senza alcuna motivazione dichiarata e senza alcuna possibilità di replica. Un’azione unilaterale di questo tipo che non lascia alcuna possibilità di replica può essere devastante per il business dell’azienda.

Conclusioni

Non è possibile oggi costruire una identità digitale (personale o aziendale) senza utilizzare “entità” in mano a terzi. Occorre però essere consapevoli che tale identità è costruita su fondamenta di cui non abbiamo la proprietà, e proprio per questo occorre considere che potremmo perderla. Sebbene accada ad un numero relativamente basso di aziende, supporre che non accada a noi equivale a farsi trovare del tutto impreparati ad un evento del genere.

Affidarsi ad aziende nazionali, o almeno europee potrebbe garantire una uniformità nella gestione legale di eventuali controverse. Chiaramente non sempre questo è possibile, e quando scegliamo di affidarci a colossi del web extra-europei dovremmo tener presente che potremmo non avere molta voce in capitolo. E appellarci alla legge non è semplicemente possibile, perchè introdurrebbe un ritardo non compativile con la velocità con la quale le cose accadono nel mondo digitale.

Riferimenti